L’economia globale, nel 2023, ha rallentato e le attese per l’anno in corso, sebbene riviste leggermente al rialzo, continuano a prefigurare un’attività nel complesso ancora debole.
Nel nostro Paese, già nei primi mesi del 2024, si è assistito ad un peggioramento dell’attività produttiva industriale che ha evidenziato un calo dell’1,3% rispetto al trimestre precedente e nel confronto con l’analogo periodo del 2023, la contrazione è stata più marcata e pari a -4,0%.
Nel settore metalmeccanico la sofferenza è stata addirittura maggiore: il calo congiunturale è stato del 2,1%, mentre rispetto al primo trimestre dell’anno precedente i volumi prodotti sono diminuiti del 4,1%.
Sull’attività delle imprese persistono fattori di forte criticità primi fra tutti i conflitti in corso con tensioni geopolitiche crescenti, ripercussioni negative sulle catene di approvvigionamento, nonché costi del credito ancora elevati, rendendo così più difficile e complessa l’attività delle imprese. In questi primi tre mesi del 2024 a condizionare l’attività produttiva metalmeccanica è stato, in particolar modo, il calo congiunturale della produzione di Autoveicoli e rimorchi (-7,3%), ma contrazioni, seppure più contenute, sono state registrate anche negli altri comparti del settore con la sola eccezione di quello degli Altri mezzi di trasporto che è l’unico ad aver aumentato i volumi rispetto al trimestre precedente (+2,4%).
Le dinamiche produttive, infatti, sono state disomogenee nei diversi comparti e questo anche perché il settore metalmeccanico/meccatronico è un settore fortemente eterogeneo sia per l’inclusione di una vasta gamma di attività produttive, molto differenziate tra loro, sia per la difformità delle dimensioni che caratterizzano le imprese metalmeccaniche.
Anche nell’Unione Europea l’attività metalmeccanica ha registrato un ulteriore peggioramento in questo primo trimestre rispetto al precedente, ma le dinamiche produttive, seppure in ribasso nei principali paesi membri, risultano differenziate. In Francia il calo congiunturale è stato del 2,9% e in Germania del 2,0%, mentre in Spagna la variazione è stata positiva (+0,7%).
In questo inizio 2024 sono ancora molti i fattori di incertezza che condizionano gli scambi mondiali di merci determinando effetti negativi sulle dinamiche dell’export del nostro paese.
Nel trimestre gennaio-marzo, infatti, le esportazioni metalmeccaniche, dopo la flessione tendenziale dell’1,1% segnata nell’ultima parte del 2023, nel primo trimestre 2024 hanno registrato un ulteriore calo del 2,0% confermando il significativo rallentamento, già evidenziato nel corso dello scorso anno, della dinamica trimestrale dei flussi destinati ai mercati esteri. Analoga situazione si riscontra per le importazioni che dopo la contrazione dell’1,4% di fine 2023, in questi primi tre mesi sono crollate del 6,6% rispetto all’anno precedente.
Con riferimento alle aree di destinazione, in questa prima parte dell’anno, la debolezza della domanda mondiale si ripercuote, in particolar modo sui principali mercati europei: nel primo trimestre 2024, i flussi di prodotti metalmeccanici diretti verso l’Unione Europea sono infatti diminuiti, in termini tendenziali, del 6,1%, a fronte dell’incremento registrato per quelli diretti verso i mercati esterni all’area (+3,1%), e il calo pur avendo interessato tutti i nostri principali partner commerciali, è stato determinato in particolar modo dal crollo registrato sul mercato tedesco (-12,1% rispetto all’analogo periodo del 2023).
I risultati della dell’ indagine trimestrale, mostrano molte ombre e poche, flebili luci :
• Il 33% delle imprese intervistate dichiara un portafoglio ordini in peggioramento, quota in salita dal 30% della scorsa rilevazione. Saldi negativi sulle consistenze in essere trovano riscontro soprattutto nelle imprese “oltre 500 dipendenti”;
• Prevalgono previsioni della stazionarietà nei livelli di produzione (51%), quando il 21% prospetta una contrazione a fronte del 28% che pronostica incrementi;
• La gran parte delle aziende (69%) pensa di mantenere inalterati i livelli occupazionali nei prossimi sei mesi; il 20% presume di doverli aumentare, mentre l’11% prevede una riduzione.
• La quota di imprese che valuta cattiva o pessima la situazione della liquidità aziendale aumenta dal 5% della scorsa indagine all’attuale 6%. Oltre la metà delle imprese rispondenti (54%) non prevede, rispetto al passato, nuove attività di investimento nei prossimi 6-12 mesi, sono pari al 12% quelle che pensano addirittura di ridurle mentre sono solo il 34% quelle che dichiara di volerle aumentare.
FOCUS
La difficile fase economica che stiamo vivendo oramai da diversi anni, ma soprattutto l’incertezza sulla sua evoluzione futura, sta condizionando significativamente tutti gli aspetti economici, finanziari e produttivi delle imprese metalmeccaniche.
FATTURATO
Nel 2023 il volume di affari, rispetto al 2022, è rimasto stabile nel 33% delle imprese intervistate e diminuito nel 27% casi, mentre il restante 40% ha registrato un incremento.
A conferma del difficile contesto nel quale operano le imprese metalmeccaniche, una situazione diversa si riscontra nelle previsioni per il 2024: poco più della metà (51%) delle rispondenti ritiene che il fatturato rimarrà invariato rispetto al 2023, il 22% prevede contrazioni e solo il 27% delle imprese ipotizza un incremento del volume di affari.
Problematiche connesse ai trasporti e alla logistica, le difficoltà nei traffici marittimi che attraversano il Mar Rosso e il conflitto russo-ucraino.
Le tensioni geopolitiche da un lato, le difficoltà di attraversamento delle Alpi e in più in generale le carenze infrastrutturali del Paese dall’altro, stanno impattando negativamente sui trasporti e sulla logistica, creando un disagio significativo al complesso produttivo nazionale, alle sue catene di approvvigionamento e alla competitività dei nostri prodotti.
A tale riguardo, ben il 67% delle imprese intervistate considera importanti le problematiche connesse ai trasporti e alla logistica contro il 26% che le ritiene poco importanti mentre il restante 7% esprime indifferenza.
Con particolare riferimento alle difficoltà connesse ai traffici marittimi che attraversano il Mar Rosso, sono pari al 40% le imprese intervistate che dichiarano di risentirne le conseguenze.
Nell’ambito della tipologia delle ripercussioni, il 47% delle rispondenti ne soffre in termini di allungamento dei tempi, per il 41% comporta un incremento dei costi mentre il 9% ritiene di perdere competitività e il 2% di incontrare difficoltà nell’accesso ai mercati.
Infine, con riferimento al conflitto russo-ucraino, la percentuale di imprese che, in questo inizio 2024, ha dichiarato di risentire degli effetti della guerra è stata pari al 33%, quota non trascurabile seppure in ridimensionamento rispetto al 37% della precedente indagine.
In allegato trasmettiamo la Sintesi della 170^ indagine congiunturale trimestrale sull’industria metalmeccanica italiana.
Comments