I temi della settimana
BONOMI: INDUSTRIA 5.0 È LA QUINTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE. SERVE ALLEANZA PUBBLICO-PRIVATO
“Industria 5.0 è la quinta rivoluzione industriale. Tutte le rivoluzioni hanno alcune caratteristiche, riassunte nelle tre "I": sono indistinte, cioè colpiscono tutti, sono irreversibili, e imprevedibili. In uno scenario così complesso c'è una strada prioritaria da seguire: un'alleanza pubblico-privato, un lavoro di squadra, dal momento che ci sarà un impatto in tutti i settori”. Così il Presidente Carlo Bonomi all’Assemblea di Confindustria Alberghi, sottolineando quanto il turismo abbia “bisogno di interventi di politica industriale specifici per il settore” e ricordando il pressing di Confindustria per "stimolare il Governo a considerare in maniera molto importate il sostegno agli investimenti" che mancano in manovra. “Siamo in un momento di grande trasformazione dei processi produttivi che ha impatti sociali e politici: la quinta rivoluzione industriale, che è la somma delle quattro precedenti. Il mio invito è trovare un metodo di lavoro completamente diverso, tutti insieme” ha aggiunto intervenendo all’Assemblea di Confindustria Radio Televisioni. C'è necessità di investimenti, nelle industrie e nelle infrastrutture. “Nel 2021 gli investimenti sono cresciuti del 20%, l’anno scorso del 9%, quest'anno sono a zero. Senza investimenti il pil non cresce. L'industria italiana è forte. Ma non per diritto divino: dopo il 2008 le aziende si sono patrimonializzate, hanno trovato nuovi mercati, hanno diversificato la merceologia delle esportazioni, hanno colto le opportunità del patent box, di Industria 4.0, del credito di imposta per ricerca e sviluppo”. Poi, intervistato nella trasmissione “L’Aria che tira” su La7 ha detto: "Dispiace che sui temi economici, che dovrebbero essere facili da affrontare, ci sia sempre un'interpretazione politica. Dopo il rimbalzo del Pil nel 2022, ora abbiamo un rallentamento dovuto a tanti fattori che ci riporta in un alveo di crescita che è quello strutturale degli ultimi 20 anni. Ed è su questo che dobbiamo riflettere: noi stiamo crescendo come siamo cresciuti tra il 2000 e il 2019 perché abbiamo problemi strutturali: maxi-debito e mercati bloccati". E ha aggiunto che "bisogna lavorare sui famosi colli di bottiglia, se vogliamo crescere con una percentuale maggiore e avere le risorse sia per aumentare gli interventi di spesa sociale sia per spingere gli investimenti e non essere condannati a dipendere dalle decisioni altrui o da fattori esogeni”. BONOMI: BENE IL DECRETO SULL'ENERGIA E LA REVISIONE DEL PNRR CON I FONDI SUL 5.0
“Siamo molto contenti, il DL era stato rinviato quattro volte. Va nella giusta direzione, interviene per ridarci un minimo di competitività rispetto a Francia e Germania, che hanno fatto interventi di sostegno alla loro industria, riequilibra un po' la situazione di mercato”, ha detto il Presidente Carlo Bonomi commentando, a margine dell'assemblea degli industriali di Genova, l’approvazione da parte del Cdm del decreto energia. Bene anche la rimodulazione del Pnrr approvata dall'Europa, che consente di stanziare risorse per stimolare gli investimenti delle imprese: “Abbiamo letto che ci saranno a disposizione 6 miliardi per la transizione 5.0, ed è la cosa che avevamo chiesto”. Ora, ha incalzato Bonomi, “auspichiamo che vengano fatti i decreti velocemente e che vengano ascoltate le richieste delle imprese, per scaricare a terra gli investimenti presto e bene”. Resta la necessità di realizzare le riforme, che “sono ancora più importanti dei fondi del Pnrr. Burocrazia, tempi della giustizia, fisco, lavoro”. Poi sulle ipotesi di recessione ha detto: “Non ero così ottimista prima, non sono così pessimista oggi. L'industria italiana ha dimostrato di essere strutturalmente forte, dopo il Covid, il grosso rimbalzo è stato dato dalla manifattura e dalle esportazioni. Dobbiamo essere messi in condizioni di competere con le stesse leve delle altre industrie. Non lo diciamo per motivi corporativi: senza industria non c'è l'Italia”. Infine, Bonomi, parlando di sindacati e del Patto per l'Italia, che lanciò nella sua prima Assemblea da Presidente di Confindustria, ha ricordato quanto sia stata un'occasione persa, “avremmo potuto affrontare molti problemi che oggi sono sul tavolo. Si apre una stagione importante di contratti: mi auguro che prevalga il senso di responsabilità, guardando non gli interessi corporativi ma quelli del paese”.
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