I temi della settimana
MADE IN ITALY, BONOMI: VERA SALVEZZA DEL PAESE. EXPORT POTENZIALE EQUIVALE A 10 MANOVRE
“Il made in Italy è la vera salvezza del Paese, un tesoro a disposizione che dobbiamo essere in grado di sfruttare. Le imprese del made in Italy hanno già dimostrato di potercela fare, hanno tenuto in piedi il paese in anni di crisi permanente, hanno tenuto alta la reputazione dell'Italia nel mondo”. Così il Presidente Carlo Bonomi nel suo intervento al "Made in Italy Summit 2023: Boosting Global Competitiveness", organizzato da Il Sole 24 Ore e Financial Times, in collaborazione con Sky, in cui ha sottolineato che di fronte alla situazione complessa che si prospetta occorre ampliare l'accesso delle produzioni italiane ai mercati internazionali “una scelta obbligata – ha detto Bonomi - da cui dipende la sopravvivenza di migliaia di imprese”. Per il Presidente bisogna mettere le aziende nelle condizioni di cogliere le opportunità: “Non si tratta di chiedere aiuti o sussidi, piuttosto di disegnare un quadro giusto, un framework di regole e una strategia mirata di investimenti. Il potenziale di crescita sull’export dei prodotti made in Italy corrisponde a quasi 10 manovre finanziarie”. Bonomi ha poi ricordato che il 2022 è stato un anno storico per l'export, mentre il 2023 si presenta incerto – ha osservato. Quest’anno le vendite all'estero hanno avuto una battuta d'arresto: pesa la domanda europea e mondiale, in particolare la difficoltà della manifattura tedesca.”
MANOVRA, BONOMI: RISORSE SCARSE, ALLOCARLE SU CAPITOLI DI SVILUPPO
“In una fase di scrittura della legge di bilancio, con una coperta così corta e un debito pubblico da contenere necessariamente, chiedersi dove investire e allocare le risorse per generare crescita non è un esercizio accademico ma una necessità". Così il presidente Carlo Bonomi, intervenendo in videomessaggio alla presentazione del rapporto 'peso e centralità del software in Italia', all'Università Luiss, a cura di Luiss Data Lab, Centro Studi Confindustria e Assosoftware. Per il Presidente, “con un quadro di produttività asfittica da circa vent'anni, ragionare con un approfondimento sul settore del software deve farci riflettere sulla necessità di puntare sugli investimenti in questo settore. Infatti, da un aumento del 20% degli investimenti nel comparto, ne derivano quasi 5 miliardi di valore aggiunto ed un incremento dell’occupazione di 67.000 unità. Più in generale, come sistema Paese, serve spingere gli investimenti privati attraverso operazioni di semplificazione e attrattività dell’Italia e supportare investimenti pubblici mirati ed efficienti.
CONTRATTAZIONE COLLETTIVA, BONOMI: E’ LA STRADA MAESTRA PER IL SALARIO GIUSTO
"Il tema della dignità del lavoro è molto dibattuto in questo periodo e personalmente ritengo che si possa ottenere nella contrattazione collettiva nazionale perché è il luogo della sintesi tra le necessità dell'impresa e quelle del lavoratore. Per questo, secondo noi è la strada maestra da seguire”. Così il Presidente Carlo Bonomi, ospite della prima puntata di 'Pani e Pesci, l'economia del Vangelo' in onda su Tv2000. “È importante capire che in Europa si discute di salario minimo per intervenire sui paesi con bassa contrattazione collettiva nazionale del lavoro, che quindi fanno dumping salariale all'interno della comunità europea. Prendendo per buona la cifra di 9 €, i contratti collettivi nazionali di Confindustria, che coprono 5 milioni e mezzo di lavoratori, sono tutti superiori a questa cifra. Più della metà dei contratti scaduti sono nella PA, quindi è lo Stato che non li rinnova e questo francamente non è accettabile. Credo si debba fare un’operazione verità, innanzitutto capire realmente il fenomeno e inquadrare i settori che pagano poco per poi intervenire”.
DI STEFANO A SOLE24ORE E MATTINO: FAVORIRE GLI INVESTIMENTI PER LA COMPETITIVITA’ DELLE IMPRESE. BENE ZES UNICA, MA ATTENTI A CRITICITA’
“Un viaggio per ragionare sulle nuove dinamiche della globalizzazione, in questa fase geopolitica così complessa e incerta, che rende più difficile fare impresa ed essere competitivi sui mercati. Servono politiche europee e scelte a livello nazionale che creino un contesto favorevole alla crescita e agli investimenti”. Così Riccardo Di Stefano, presidente dei Giovani Imprenditori, che nel pomeriggio aprirà il 38° convegno di Capri “Correnti. Sfide, contraddizioni, opportunità” in un’intervista al Sole24Ore ha anticipato alcuni temi, dal contesto globale per poi analizzare la congiuntura economica del paese, a pochi giorni dal varo della legge di bilancio. “E’ una fase di grande incertezza e di attenzione ai conti pubblici. Ora l’attacco di Hamas a Israele aggrava lo scenario, oltre ai risvolti umanitari, rischia di avere un impatto negativo sui costi dell’energia. Speriamo si possa evitare un’escalation – ha commentato. In questo contesto serve certamente ragionevolezza visto il nostro alto debito pubblico. Ma è necessario spingere gli investimenti, affinché le imprese possano innovare e competere, intervento quantomai necessario ora che la politica dei tassi della Bce sta rendendo più difficile l’accesso al credito. E intervenire sulle famiglie a basso reddito, per sostenere il potere d’acquisto, rendendo strutturale il taglio al cuneo fiscale”. Sulla terza rata del Pnrr in arrivo, il presidente ha ricordato: “L’Italia ha sempre avuto difficoltà nell’effettivo utilizzo dei fondi comunitari. Tuttavia, anche se con qualche ritardo, le rate arrivano e questo significa che l’Italia si sta muovendo nella giusta direzione. Il governo è salito su un treno in corsa e gli riconosciamo un approccio corretto sul cambio di governance e nell’aver reso gli interventi più coerenti con repower Eu e i fondi di coesione. Adesso, quindi, è necessario recuperare il tempo perduto e dare una forte accelerazione alle procedure di spesa". E in merito alla manovra, Di Stefano ha detto: “La prudenza del governo sui margini di spesa per la Legge di Bilancio 2024 è condivisibile, considerato anche l'elevato debito pubblico: non dimentichiamo che sulla nostra economia pesano tutti fattori esterni e di conseguenza il riflesso sui saldi di finanza pubblica non poteva che essere risicato. Ma ci sono alcune priorità che vanno rispettate: la conferma del taglio del cuneo fiscale per venire incontro ai redditi più bassi, come da noi ripetutamente indicato, e la concentrazione delle poche risorse disponibili su strumenti capaci di generare crescita”. Ha detto Di Sfefano in un’intervista al Mattino, in cui ha anche apprezzato “la proposta del governo sulla Zes Unica perché allargare un incentivo all'intera area a minore sviluppo del Paese è sicuramente importante. Ci sono però delle criticità che il governo dovrebbe tenere a mente perché a nostro avviso sono dirimenti per la riuscita del Piano”.
DL ENERGIA, AUDIZIONE CONFINDUSTRIA: CREDITO D'IMPOSTA, DALLA PROROGA NESSUN IMPATTO SUI CONTI. AGIRE CON GRADUALITA’
“Ci troviamo in una fase in cui gli alti costi dell'energia rendono fondamentale gestire con gradualità ed efficacia il passaggio dalle politiche congiunturali a quelle strutturali”. Così i rappresentanti di Confindustria nel corso dell'audizione sul Dl energia nelle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera dei Deputati. “Serve un'azione soprattutto finalizzata a supportare i settori energivori che innervano tutte le filiere produttive italiane, esposte alla concorrenza internazionale e a rischio delocalizzazione. In questo scenario, andrebbe valutata l'applicazione di una proroga dei crediti di imposta per il caro energia ai consumi manifatturieri di gas ed elettricità, senza distinzione di intensità energetica, anche per ottobre e novembre 2023, sia pure con un decalage che tenga conto dell'andamento dei prezzi, perché non avrebbe un impatto negativo per i conti dello Stato: si potrebbe utilizzare l'avanzo derivante dagli accantonamenti del 1° e 2° trim. 2023 che ammonterebbe a 997,25 mln di euro” ha proseguito Confindustria. “La mancanza di interventi sta incidendo sulla ripresa della produttività e sul confronto competitivo a livello internazionale. Inoltre, la mancata previsione di misure a sostegno delle imprese e l'anticipazione del termine per fruire dei crediti di imposta energia, contribuiscono a creare una situazione critica per l'industria”.
Leggi l’intervista a Riccardo Di Stefano sul Sole24Ore
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