I temi della settimana
BONOMI IN AUDIZIONE: MANOVRA INCOMPLETA, MANCANO MISURE DI STIMOLO AGLI INVESTIMENTI
“È una manovra ragionevole perché concentra le poche risorse disponibili sulla riduzione per il 2024 del cuneo contributivo, ma incompleta per l'assenza di sostegni agli investimenti privati e di una strategia finalizzata alla crescita e alla competitività”. Considerando anche la delega fiscale, per Bonomi “siamo nella rarissima occasione di una manovra che toglie soldi al sistema produttivo. Su 30 miliardi di misure espansive quasi il 55% viene dedicato ai lavoratori e solo il 9,4% alle imprese. Nella delega fiscale si dà un miliardo per incentivare le assunzioni sulla base Ires ma viene tolta l'Ace, per 4,6 miliardi. Siamo in negativo di un miliardo”. Così il Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, intervenendo in audizione sulla Legge di Bilancio presso le Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato, a Palazzo Madama. “Gli incentivi per assumere sono soldi pubblici buttati via: non vogliamo soldi per fare il nostro mestiere, tra l'altro non troviamo le persone. Dal giugno 2021, quando è scaduto il blocco dei licenziamenti, abbiamo assunto un milione di persone. I soldi si mettano sugli investimenti che dobbiamo fare per agganciare le transizioni”, ha detto il Presidente, secondo cui “la mancanza di misure sugli investimenti indebolisce strutturalmente la scelta della legge di bilancio e la valutazione da parte dei mercati. Abbiamo un maxi debito pubblico e l'incertezza sui mercati non è quello che serve”, ha detto Bonomi sottolineando che è interesse del Paese arrivare ad una soluzione sul patto di stabilità. Mancano interventi per gli investimenti in R&S, non c'è traccia del piano Industria 5.0, viene tutto rimandato alla ridefinizione degli obiettivi del Pnrr. Auspichiamo che tutto avvenga entro la fine dell'anno, ma non dipende solo da noi. Non possiamo aspettare: è in gioco la competitività del paese”.
REGOLAMENTO UE IMBALLAGI: IMPRESE IN AUDIZIONE, FORTE ALLARME A RISCHIO INTERE FILIERE
Nuovo allarme delle imprese sul regolamento Ue sugli imballaggi. In una nota congiunta Confindustria, Confagricoltura, Confcommercio, Confartigianato, Confcooperative, Federdistribuzione, Casartigiani e Claai, in audizione alla Camera sulla proposta di regolamento europeo dove è intervenuto il direttore generale di Confindustria Raffaele Langella - ribadiscono "l'assoluta necessità di fare pressione sulle Istituzioni europee per un maggiore buon senso ed equilibrio nell'introduzione della nuova disciplina". Secondo le otto associazioni :"è a rischio oltre il 30% del prodotto interno lordo del Paese, decine di migliaia di imprese e centinaia di migliaia di posti di lavoro. Sono molti gli aspetti del provvedimento valutati come critici che, se approvato, rischiano di danneggiare un intero sistema di eccellenza. Parliamo dei molteplici settori produttori di imballaggi, i loro fornitori di materie prime, dell’intera industria italiana del riciclo, delle imprese che utilizzano tali imballaggi per commercializzare ed esportare merci in Italia e all’estero, dall’agricoltura a tutte le filiere della produzione alimentare e della ristorazione, dalla cosmetica alla farmaceutica, dai pubblici esercizi al turismo, dalla piccola, media e grande distribuzione organizzata, al vending, alla logistica, ai produttori di macchinari. Ciò che più preoccupa della proposta è la mancanza totale di neutralità tecnologica. Il governo si è assunto l’impegno di farsi portatore delle istanze delle imprese, ma nelle prossime settimane i negoziati istituzionali giungeranno ad una fase decisiva. In vista del voto in plenaria del Parlamento europeo, previsto per il prossimo 22 novembre, e dell’intenzione della Presidenza spagnola di accelerare ulteriormente il negoziato e far approvare un orientamento generale già al Consiglio ambiente del 18 dicembre, abbiamo ritenuto doveroso richiamare di nuovo l’attenzione delle Istituzioni italiane per i forti timori di pregiudizi irreversibili per l’economia e le filiere strategiche del Paese.
CONFINDUSTRIA E IL SOLE 24 ORE PRESENTANO “ITALY X”, LA CERTIFICAZIONE DI ECCELLENZA PER LE AZIENDE ITALIANE
“L’italianità è una leva di competitività per la nostra industria, che si fonda sulla capacità di creare prodotti belli e ben fatti, curati nei particolari e nel design. Con questa iniziativa vogliamo rafforzare la visibilità delle competenze e del know delle imprese italiane e la loro forte identificazione con il metodo italiano di produrre. Proteggere e valorizzare queste caratteristiche è il nostro obiettivo”. Così Maurizio Marchesini, Vice Presidente per le Filiere e le Medie Imprese di Confindustria, ieri alla presentazione di "Italy X" , la certificazione, di durata biennale, messa a punto da Il Sole 24 Ore in collaborazione con Confindustria. Un progetto unico in Italia creato per riconoscere, attribuire valore e dare visibilità alle imprese che incarnano e rappresentano i valori dell’italianità: ricerca della qualità, stile, cura del dettaglio e creatività. La certificazione consente di individuare le imprese dotate della capacità di ideare, progettare, innovare e produrre secondo i tratti distintivi della tradizione italiana, andando oltre la semplice fabbricazione del prodotto. Il conseguimento del marchio da parte della singola azienda è subordinato al superamento di un audit condotto da primari enti di certificazione indipendenti sulla base di un Disciplinare definito da Il Sole 24 Ore. La Certificazione è rivolta a due target di imprese del comparto manifatturiero: da un lato le PMI fino a 50 milioni di fatturato all’anno e dall’altro le Grandi Aziende con fatturato superiore ai 50 milioni all’anno. Alla scadenza della certificazione è previsto il rinnovo attraverso un nuovo audit. Tutte le informazioni sull’iniziativa sono disponibili nel sito dedicato: www.italy-x.com.
PMI DAY: ANCORA NUMERI RECORD DI PARTECIPAZIONE. LA LIBERTA’ AL CENTRO DEGLI INCONTRI TRA GIOVANI E IMPRESE
Nuovo record per il PMI DAY 2023: l’iniziativa, giunta alla quattordicesima edizione, prosegue il suo trend di crescita. Al via oggi la Giornata Nazionale delle Piccole e Medie Imprese, organizzata da Piccola Industria Confindustria insieme alle associazioni del Sistema, con una serie di iniziative in simultanea in tutte le regioni, programmate anche in altre date. Circa 1.300 le imprese coinvolte, quasi 700 le scuole medie e superiori e oltre 49.000 i partecipanti: numeri che confermano e superano il record raggiunto lo scorso anno. In campo tutte le Associazioni territoriali del Sistema che hanno aderito all’iniziativa insieme ad Assosistema, Confindustria Moda e Federchimica. Al centro, ancora una volta, l’impegno delle imprese nel raccontarsi ai giovani attraverso incontri e visite guidate in azienda che coinvolgono, oltre agli studenti, anche insegnanti, famiglie, istituzioni locali e stampa. Un importante momento di confronto in cui le imprese riaffermano il loro ruolo di attore sociale sul territorio, soprattutto alla luce dell’enorme gap di competenze e figure professionali tecnico-scientifiche che affligge il Paese. Dal 2010, anno di nascita della manifestazione, le Pmi di Confindustria hanno aperto le loro porte complessivamente ad oltre 500mila ragazzi. “Quest’anno abbiamo voluto dedicare il PMI DAY al tema della libertà perché, oggi più che mai, è un valore di cui avere maggiore consapevolezza e verso cui rinnovare l’impegno proprio perché profondamente minato dalla grande instabilità e dai conflitti che coinvolgono Ucraina e Medio Oriente – ha commentato il presidente della Piccola Industria di Confindustria Giovanni Baroni.
INDUSTRIA 5.0, DA ROS: TRASFORMARE LA TRANSIZIONE ECOLOGICA IN OPPORTUNITA’ DI SVILUPPO SOSTENIBILE
“Il capitalismo sta evolvendo e le imprese sono chiamate non più a produrre valore ma valori: economici, sociali e ambientali. Il business in chiave 5.0 mette l’uomo al centro e chiarisce che quello sulle persone è, oggi, un investimento industriale. Tutto questo si traduce in investimenti per le imprese ma, senza politiche pubbliche che li supportino e che siano guidate dal criterio della neutralità tecnologica, rischia di trasformarsi in un costo insostenibile e di far perdere al Paese quote di competitività. Bisogna stimolare gli investimenti innovativi, per trasformare la sfida della transizione ecologica in una grande opportunità di sviluppo sostenibile”. Così Katia Da Ros, Vicepresidente di Confindustria per Ambiente, Sostenibilità e Cultura all’evento “Industria 5.0: il futuro è qui” dove è intervenuto il Presidente Carlo Bonomi che ha ribadito: “La transizione offre opportunità, ma ci sono anche molti rischi. Bisogna essere realisti e superare l’approccio regressivo. Non si può scaricare tutto sulle imprese”.Anche il Vicepresidente per filiere e medie imprese, Maurizio Marchesini ha confermato che in Europa c’è un problema ideologico: “si vogliono ottenere risultati in temi di riduzione delle emissioni facendoci regredire rispetto alla condizione attuale. Non servono secche imposizioni ma politiche industriali”. Presentata una ricerca sullo stato dell’arte della sostenibilità in Italia, in cui è emerso che gli italiani continuano a prediligere prodotti di alta qualità, ma il prezzo resta un determinante critico: il 92% considera la qualità e l'89% il costo come i principali fattori di acquisto.
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