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Sette giorni - newsletter di Confindustria del 20 ottobre 2023


I temi della settimana

MANOVRA, BONOMI: RAGIONEVOLE. BENE CUNEO MA MANCANO LE MISURE STRUTTRALI. NECESSARIO RIQUALIFICARE LA SPESA PUBBLICA

"Que­sta Ma­no­vra è ra­gio­ne­vo­le per­ché sono sta­ti fat­ti que­gli in­ter­ven­ti prio­ri­ta­ri che chie­de­va­mo, in par­ti­co­la­re il ta­glio al cu­neo fi­sca­le. Non sono mi­su­re strut­tu­ra­li come avrem­mo au­spi­ca­to. Per far­lo è ne­ces­sa­rio fare in­ter­ven­ti di ri­qua­li­fi­ca­zio­ne del­la spe­sa pub­bli­ca che nel­la so­stan­za sono sta­ti rin­via­ti al 2026”. Così Car­lo Bo­no­mi, pre­si­den­te Con­fin­du­stria, al­l'As­sem­blea Con­fin­du­stria Pe­sa­ro Ur­bi­no. “Ogni anno si spen­do­no 1100mld, si trat­te­reb­be di ri­con­fi­gu­ra­re un 4-5% per rea­liz­za­re gli in­ter­ven­ti strut­tu­ra­li di cui c'è bi­so­gno. Ser­vo­no sti­mo­li agli in­ve­sti­men­ti – ha con­ti­nua­to Bo­no­mi - e su In­du­stria 5.0 non è an­co­ra chia­ro come pro­ce­de­re e con qua­li ri­sor­se. Fon­da­men­ta­le per le im­pre­se, chia­ma­te ad af­fron­ta­re la du­pli­ce tran­si­zio­ne, di­gi­ta­le e am­bien­ta­le. Temi che l'Eu­ro­pa sta af­fron­tan­do con una ideo­lo­gia per­va­si­va". Sul­l'au­to, "se si pun­ta tut­ti sul­l'e­let­tri­co si ri­schia di per­de­re 70­mi­la po­sti di la­vo­ro. Cre­do che l'e­co­no­mia ita­lia­na, l'in­du­stria ita­lia­na, ab­bia buo­ni fon­da­men­ta­li e su que­sti dob­bia­mo la­vo­ra­re. Ser­ve una nuo­va sta­gio­ne di pro­gram­ma­zio­ne del fu­tu­ro, te­nen­do con­to che sen­za in­du­stria non c'è l'I­ta­lia”. Sul Pnrr, il lea­der de­gli in­du­stria­li ha sot­to­li­nea­to che “la sua va­len­za non sta nel­le ri­sor­se, che sono im­por­tan­ti, ma nel fat­to che ora ci sono i fon­di per po­ter fare quel­le ri­for­me che il pae­se aspet­ta da de­cen­ni”. Tra Pnrr e fon­di del set­ten­na­to di coe­sio­ne si ar­ri­va, ha det­to Bo­no­mi, “a 500mld che van­no spe­si crean­do cre­sci­ta po­ten­zia­le. Sen­za cre­sci­ta non ab­bia­mo i sol­di per re­sti­tuir­li”. Sul rap­por­to pub­bli­co-pri­va­to, Bo­no­mi ha sot­to­li­nea­to che da quan­do è Pre­si­den­te di Con­fin­du­stria af­fer­ma l’im­por­tan­za di que­sto bi­no­mio, ”so­prat­tut­to nel­le po­li­ti­che at­ti­ve del la­vo­ro. Ar­go­men­to di cui con­ti­nuia­mo a par­la­re sen­za che si rea­liz­zi mai. Po­treb­be­ro dare un ot­ti­mo ri­sul­ta­to te­nu­to con­to an­che del­la ri-for­ma­zio­ne che oc­cor­re del ca­pi­ta­le uma­no”. In­fi­ne, sul­la si­cu­rez­za sul la­vo­ro: “nel Pat­to per l'I­ta­lia del 2020 ave­vo pro­po­sto com­mis­sio­ni pa­ri­te­ti­che per in­ter­ve­ni­re ex ante, nes­su­no si è se­du­to al ta­vo­lo”, ha con­clu­so Bo­no­mi.

RAPPORTO CYBER INDEX PMI: PIU’ INVESTIMENTI PER LA SICUREZZA DIGITALE DELLE IMPRESE “Un ar­go­men­to di stra­te­gia, di si­cu­rez­za del­l'in­du­stria ita­lia­na, di com­pe­ti­ti­vi­tà mon­dia­le. Ed è la pri­ma vol­ta che si fa uno stu­dio così ap­pro­fon­di­to, la­vo­ran­do in­sie­me, isti­tu­zio­ni e im­pre­se. È an­co­ra un tema sot­to­va­lu­ta­to: oc­cor­ro­no sti­mo­li agli in­ve­sti­men­ti”. Così Car­lo Bo­no­mi, pre­si­den­te di Con­fin­du­stria, alla pre­sen­ta­zio­ne del rap­por­to "Cy­ber In­dex PMI”, dal qua­le par­ti­rà un road show sul ter­ri­to­rio. Se­con­do il rap­por­to, che ha coin­vol­to ol­tre 700 im­pre­se, 51 Pmi su 100 rag­giun­go­no un li­vel­lo di con­sa­pe­vo­lez­za sul­la si­cu­rez­za di­gi­ta­le. Il 45% ri­co­no­sce il ri­schio cy­ber, ma solo il 14% ha un ap­proc­cio stra­te­gi­co e ha la ca­pa­ci­tà di va­lu­tar­lo e mi­ti­gar­lo. Il 55% è poco con­sa­pe­vo­le, il 20% si può de­fi­ni­re prin­ci­pian­te. Pro­prio per ca­pi­re il gra­do di con­sa­pe­vo­lez­za del­le pmi e dif­fon­de­re una mag­gio­re cul­tu­ra del ri­schio è nato il Cy­ber In­dex PMI, rea­liz­za­to da Con­fin­du­stria e Ge­ne­ra­li, con il sup­por­to del Po­li­tec­ni­co di Mi­la­no e la par­te­ci­pa­zio­ne del­l'A­gen­zia per la Cy­ber­si­cu­rez­za na­zio­na­le. “Dal 2018 al 2022 gli at­tac­chi in­for­ma­ti­vi a li­vel­lo glo­ba­le sono au­men­ta­ti del 60%, solo in Ita­lia nel cor­so del 2022 c'è sta­to un in­cre­men­to del 169% ri­spet­to al 2021. Nel ma­ni­fat­tu­rie­ro è sta­ta rag­giun­ta la ci­fra re­cord di +191,7%. An­che la spe­sa nel­la cy­ber­se­cu­ri­ty è cre­sciu­ta in Ita­lia, ar­ri­va­ta a 1.590 mln nel 2022, in co­stan­te cre­sci­ta”, ha det­to Ago­sti­no San­to­ni, vice pre­si­den­te di Con­fin­du­stria per il Di­gi­ta­le. Già 4 anni fa “quan­do an­co­ra di tran­si­zio­ne si par­la­va poco, Con­fin­du­stria ha isti­tui­to una pre­si­den­za ad hoc”, ha ag­giun­to Bo­no­mi. “In pie­na pan­de­mia ave­va­mo in­tui­to che la tran­si­zio­ne di­gi­ta­le sa­reb­be sta­ta tra­sver­sa­le a tut­te le al­tre. La sal­va­guar­dia dei dati è un tema stra­te­gi­co per non met­te­re a ri­schio in­te­re fi­lie­re”. Leggi il comunicato sul rapporto Cyber Index Confindustria-Generali


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