I temi della settimana
MANOVRA, BONOMI: RAGIONEVOLE. BENE CUNEO MA MANCANO LE MISURE STRUTTRALI. NECESSARIO RIQUALIFICARE LA SPESA PUBBLICA
"Questa Manovra è ragionevole perché sono stati fatti quegli interventi prioritari che chiedevamo, in particolare il taglio al cuneo fiscale. Non sono misure strutturali come avremmo auspicato. Per farlo è necessario fare interventi di riqualificazione della spesa pubblica che nella sostanza sono stati rinviati al 2026”. Così Carlo Bonomi, presidente Confindustria, all'Assemblea Confindustria Pesaro Urbino. “Ogni anno si spendono 1100mld, si tratterebbe di riconfigurare un 4-5% per realizzare gli interventi strutturali di cui c'è bisogno. Servono stimoli agli investimenti – ha continuato Bonomi - e su Industria 5.0 non è ancora chiaro come procedere e con quali risorse. Fondamentale per le imprese, chiamate ad affrontare la duplice transizione, digitale e ambientale. Temi che l'Europa sta affrontando con una ideologia pervasiva". Sull'auto, "se si punta tutti sull'elettrico si rischia di perdere 70mila posti di lavoro. Credo che l'economia italiana, l'industria italiana, abbia buoni fondamentali e su questi dobbiamo lavorare. Serve una nuova stagione di programmazione del futuro, tenendo conto che senza industria non c'è l'Italia”. Sul Pnrr, il leader degli industriali ha sottolineato che “la sua valenza non sta nelle risorse, che sono importanti, ma nel fatto che ora ci sono i fondi per poter fare quelle riforme che il paese aspetta da decenni”. Tra Pnrr e fondi del settennato di coesione si arriva, ha detto Bonomi, “a 500mld che vanno spesi creando crescita potenziale. Senza crescita non abbiamo i soldi per restituirli”. Sul rapporto pubblico-privato, Bonomi ha sottolineato che da quando è Presidente di Confindustria afferma l’importanza di questo binomio, ”soprattutto nelle politiche attive del lavoro. Argomento di cui continuiamo a parlare senza che si realizzi mai. Potrebbero dare un ottimo risultato tenuto conto anche della ri-formazione che occorre del capitale umano”. Infine, sulla sicurezza sul lavoro: “nel Patto per l'Italia del 2020 avevo proposto commissioni paritetiche per intervenire ex ante, nessuno si è seduto al tavolo”, ha concluso Bonomi.
RAPPORTO CYBER INDEX PMI: PIU’ INVESTIMENTI PER LA SICUREZZA DIGITALE DELLE IMPRESE “Un argomento di strategia, di sicurezza dell'industria italiana, di competitività mondiale. Ed è la prima volta che si fa uno studio così approfondito, lavorando insieme, istituzioni e imprese. È ancora un tema sottovalutato: occorrono stimoli agli investimenti”. Così Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, alla presentazione del rapporto "Cyber Index PMI”, dal quale partirà un road show sul territorio. Secondo il rapporto, che ha coinvolto oltre 700 imprese, 51 Pmi su 100 raggiungono un livello di consapevolezza sulla sicurezza digitale. Il 45% riconosce il rischio cyber, ma solo il 14% ha un approccio strategico e ha la capacità di valutarlo e mitigarlo. Il 55% è poco consapevole, il 20% si può definire principiante. Proprio per capire il grado di consapevolezza delle pmi e diffondere una maggiore cultura del rischio è nato il Cyber Index PMI, realizzato da Confindustria e Generali, con il supporto del Politecnico di Milano e la partecipazione dell'Agenzia per la Cybersicurezza nazionale. “Dal 2018 al 2022 gli attacchi informativi a livello globale sono aumentati del 60%, solo in Italia nel corso del 2022 c'è stato un incremento del 169% rispetto al 2021. Nel manifatturiero è stata raggiunta la cifra record di +191,7%. Anche la spesa nella cybersecurity è cresciuta in Italia, arrivata a 1.590 mln nel 2022, in costante crescita”, ha detto Agostino Santoni, vice presidente di Confindustria per il Digitale. Già 4 anni fa “quando ancora di transizione si parlava poco, Confindustria ha istituito una presidenza ad hoc”, ha aggiunto Bonomi. “In piena pandemia avevamo intuito che la transizione digitale sarebbe stata trasversale a tutte le altre. La salvaguardia dei dati è un tema strategico per non mettere a rischio intere filiere”. Leggi il comunicato sul rapporto Cyber Index Confindustria-Generali
Comments