Roma, 21 luglio 2023
I temi della settimana
LAVORO, BONOMI: PER CALDO LAVORIAMO A PROTOCOLLO COME DURANTE IL COVID, CON CIG E SMART WORKING "Serve un protocollo per cassa integrazione e smart working per i lavoratori, come durante il Covid-19". Così il presidente di Confindustria Carlo Bonomi ospite a Start, su Sky TG24, parlando del tema della tutela dei lavoratori in queste giornate di caldo estremo. “Pensare di dover mettere a rischio la propria vita perché si va al lavoro è qualche cosa che deve far riflettere tutti, non è un tema solo delle associazioni datoriali, è un tema dei sindacati ed è un tema del governo", ha continuato il Presidente spiegando che il protocollo da raggiungere con i sindacati, sul modello di quello per il Covid, dovrebbe consentire "delle soluzioni straordinarie in questo periodo che possano coprire tutta la platea dei lavoratori". Oltre alla cassa integrazione per i lavori più impattati dalle ondate di calore, si sta parlando – ha spiegato - "anche di smart working, quindi allargare di nuovo la possibilità di ricorrere a questa tipologia di lavoro, in modo da consentire ai lavoratori di non spostarsi e rimanere presso le proprie abitazioni ".
SALARI, BONOMI: SPINGERE LA CONTRATTAZIONE COLLETTIVA NAZIONALE. RENDERE STRUTTURALE IL TAGLIO DEL CUNEO
Sul fronte dei salari "il tema vero è spingere la contrattazione collettiva nazionale". Lo ha detto il presidente di Confindustria Carlo Bonomi a Start su Sky Tg24. E sul salario minimo, il Presidente ha affermato: "La direttiva Ue sul punto aveva due obiettivi. Il primo era intervenire sui Paesi dell'Est che fanno dumping sul costo salariale. Il secondo era regolamentare il salario tra i vari Stati membri. Su questo aveva dato un parametro: il 60% della mediana dei salari. I salari bassi ci sono ma non sono quelli di Confindustria", ha sottolineato. "I nostri superano tutti i 9 euro, quello dei metalmeccanici è quasi a 11 euro". Il Presidente è anche tornato sulla questione del cuneo fiscale, che deve essere tagliato in modo strutturale. “Bisogna vedere se con la legge di Bilancio si interverrà in questa direzione, dato che per ora così non è". In area Ocse, ha affermato Bonomi, "l'Italia è il terzo Paese con le più alta tassazione sul lavoro. Si pagano più tasse sul lavoro che sulle rendite finanziarie". Sono soprattutto "i redditi sotto i 35 mila euro" ad aver bisogno "di un intervento importante", ha aggiunto, ricordando che Confindustria aveva già proposto un intervento in materia da 16 miliardi di euro. "È giusto in questo momento riconoscere di più ai lavoratori di questa fascia di reddito, significa mettere in tasca 1200 euro, quindi una mensilità in più. Ma deve essere una misura di carattere strutturale".
PNRR, BONOMI: DEVE ANDARE NELLA DIREZIONE DELLA CRESCITA. RISORSE CHE RISCHIANO DI ESSERE INUTILIZZATE PER INVESTIMENTI GREEN E DIGITALI "Il Pnrr non va nella giusta direzione, lo abbiamo sempre sostenuto". Lo ha sottolineato il presidente di Confindustria Carlo Bonomi a Start su Sky Tg24. “I mesi che ci aspettano sono cruciali”, ha detto ancora il Presidente intervenendo con un videomessaggio all’assemblea di Confindustria Valle d’Aosta dove ha evidenziato le difficoltà che le imprese hanno dovuto affrontare negli ultimi anni e che hanno avuto “un impatto forte su tutti noi, oltre alle tensioni internazionali che, pur apparentemente lontane, condizionano le nostre attività”. A queste difficoltà si aggiungono “le preoccupazioni per l'accesso al credito, in particolare ora anche per la politica di rialzo dei tassi della Bce”. Le imprese “hanno retto il colpo e sostenuto il paese, permettendogli di crescere anche più di Francia e Germania, ma all'orizzonte ci sono rischi che non possiamo ignorare”. Per Bonomi occorre agire su vari fronti: “Le sfide che ci attendono sono numerose, a cominciare dalla messa a terra del Pnrr, che va realizzato senza tentennamenti ma nel modo giusto e nella direzione della crescita. I fondi che rischiano di restare inutilizzati diventino crediti di imposta per gli investimenti green e digitali. Sono due le grandi trasformazioni che abbiamo di fronte e che richiedono una mole di investimenti senza precedenti” - ha osservato Bonomi, aggiungendo che “queste transizioni richiedono anche una unità di intenti da parte dell'Europa, che a volte per le sue scelte ideologiche sembra molto lontana. Facciamo questi richiami perché pensiamo davvero che serva più Europa e non meno Europa. Il punto è quale Europa, perché stiamo parlando di una competizione tra giganti che rischia di vedere il nostro Continente schiacciato tra Cina e Stati Uniti”. “Noi - ha proseguito il Presidente Bonomi - continueremo a mettercela tutta, l'industria è un fattore di sicurezza nazionale”. Il Presidente si è, infine, soffermato sul gap infrastrutturale del paese e in particolare sulla chiusura del traforo del Monte Bianco, con le ripercussioni che genera: “dobbiamo occuparci di questo tema e lavorare su soluzioni alternative, perché è un corridoio strategico per il passaggio delle merci di tutto il paese”.
DIGITALE, L’ANALISI DEI DIGITAL INNOVATION HUB CERTIFICA CHE LE IMPRESE ITALIANE SONO AD UN BUON LIVELLO
La maturità digitale delle imprese è ad un buon livello: tocca quasi la media di 3 (2,85) in una scala da 1 a 5 (massima maturità digitale). Tuttavia, la dimensione delle imprese valutate è una variabile molto importante: il livello di digitalizzazione, infatti, aumenta al crescere delle dimensioni e questo significa che per le imprese più piccole il processo di innovazione è più lento, soprattutto per carenza di competenze. Sono questi i principali risultati emersi da un’analisi realizzata dai Digital Innovation Hub di Confindustria – la rete di 23 hub a livello regionale con sede presso le associazioni di Confindustria, che ha l’obiettivo di diffondere le competenze digitali alle imprese, con focus sulle pmi – attraverso un test del Politecnico di Milano su un campione composto per il 58% da micro-piccole imprese e per il 42% da medio-grandi. Più dei 2/3 delle realtà analizzate sono localizzate al nord, con una netta prevalenza nel Nord-Ovest, un quinto nel Sud e isole e il restante 11% al Centro. Questa ricerca è stata al centro del convegno “Economia dei dati e conoscenza. I Digital Innovation Hub e Confindustria insieme per imprese connesse e digitali”, in Confindustria, alla presenza dei vicepresidenti Maurizio Marchesini e Agostino Santoni e del Direttore Generale, Francesca Mariotti. Presenti anche i rappresentanti dei DIH del territorio, tra i quali quello di Udine, uno dei DIH nazionali della piattaforma.
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