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Immagine del redattoreConfindustria L'Aquila

Sette giorni - newsletter di Confindustria del 26 luglio 2024



I temi della settimana 


VERTICE CONFINDUSTRIA-SINDACATI. ORSINI: BENE IL PRIMO INCONTRO, DA SETTEMBRE LAVORIAMO AD UNA ROAD MAP CONDIVISA   


Dalla sicurezza sul lavoro, alle politiche industriali per gestire l'impatto della transizione verde e digitale, alla valorizzazione di una contrattazione che dia risposte efficaci alle esigenze del mondo produttivo, anche alla luce delle nuove tecnologie, come l'Intelligenza Artificiale: sono tra i temi oggetto del primo incontro tra il Presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, e i leader sindacali. Per Confindustria presente anche il Vicepresidente per il Lavoro e le Relazioni industriali, Maurizio Marchesini. “È stato un incontro positivo, un incontro di dialogo, positivo anche sui punti chiave dell'agenda che andremo a discutere ad inizio settembre, che sono in prima battuta la sicurezza sul lavoro, l'Europa, e anche la parte relativa ai contratti, che sarà necessario affrontare insieme”, ha commentato al termine dell’incontro il Presidente Orsini, che, alla domanda se ci sarà spazio per battaglie comuni con il sindacato, ha risposto: “ci rivedremo a settembre, quando saremo presenti tutti e quattro, credo che col dialogo sicuramente ci saranno battaglie che dovranno unire”. All’incontro hanno partecipato i leader sindacali di Cgil e Uil, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri. Si è trattato di una prima presa di contatto per darsi appuntamento a settembre, con l’obiettivo di tracciare un'agenda comune da proporre al governo.    


CREDITO IMPOSTA ZES UNICA, ORSINI: POSITIVO CHE LE IMPRESE MERIDIONALI ABBIANO DATO UNA RISPOSTA VIGOROSA ALLO STRUMENTO   


“Il dato sulle richieste del credito d’imposta ZES Unica, che è di oltre cinque volte superiore rispetto alla dotazione prevista, testimonia - ha sottolineato Orsini in un nota - la risposta straordinaria da parte delle imprese meridionali a questo strumento, che si riflette sulla maggiore propensione agli investimenti. Riteniamo che il credito d’imposta sia una componente essenziale dell’operazione ZES Unica, e lo stanziamento di 1,8 miliardi di euro è certamente il più alto di sempre. Tuttavia, chiediamo al Governo di mettere in campo il massimo sforzo per venire incontro a questa forte domanda. “Ora serve lavorare insieme al Governo per l’incremento dei fondi”, ha detto Emanuele Orsini - per valutare insieme quale potrebbe essere il fabbisogno reale per utilizzare al meglio questa straordinaria occasione e supportare il dinamismo e le aspettative del sistema produttivo meridionale”.   TRANSIZIONE 5.0, NOCIVELLI: SERVE AVERE PRIMA POSSIBILE LA CIRCOLARE OPERATIVA. BENE TAVOLO PERMANENTE SU INCENTIVI TRA IMPRESE, MINISTERO E GSE   “Ser­ve ave­re al più pre­sto le in­di­ca­zio­ni più chia­re pos­si­bi­li su Tran­si­zio­ne 5.0 in modo che le im­pre­se pos­sa­no pro­gram­ma­re i loro in­ve­sti­men­ti”, ha af­fer­ma­to il Vice Pre­si­den­te di Con­fin­du­stria per le Po­li­ti­che in­du­stria­li e il Made in Ita­ly, Mar­co No­ci­vel­li, in oc­ca­sio­ne del we­bi­nar or­ga­niz­za­to da Con­fin­du­stria per un ap­pro­fon­di­men­to sul pia­no Tran­si­zio­ne 5.0 in­sie­me al mi­ni­stro del­le Im­pre­se e del Made in Ita­ly, Adol­fo Urso e al GSE. “La pre­sen­za del mi­ni­stro - ha ag­giun­to il VP - è un se­gna­le di at­ten­zio­ne che ab­bia­mo ap­prez­za­to. In par­ti­co­la­re, sia­mo sod­di­sfat­ti del­la sua aper­tu­ra per l'i­sti­tu­zio­ne di un ta­vo­lo per­ma­nen­te, in cui im­pre­se, Mi­mit e Gse pos­sa­no dia­lo­ga­re e as­si­cu­ra­re così un sup­por­to co­stan­te alle im­pre­se nel­l'u­ti­liz­zo del­l'in­cen­ti­vo”. Urso ha sot­to­li­nea­to più vol­te l'im­pe­gno a strin­ge­re i tem­pi: “sia­mo im­pe­gna­ti af­fin­ché le im­pre­se pos­sa­no uti­liz­zar­lo sin da que­st'ul­ti­ma par­te del­l'an­no per dare un im­pul­so si­gni­fi­ca­ti­vo ai loro in­ve­sti­men­ti ed es­se­re sem­pre più com­pe­ti­ti­ve sia ne­gli sce­na­ri glo­ba­li, sia ri­spet­to alla po­li­ti­ca in­du­stria­le e am­bien­ta­le del­la no­stra Eu­ro­pa. Ora toc­ca alle im­pre­se co­glie­re que­sta op­por­tu­ni­tà e a noi as­si­ster­le per­ché lo pos­sa­no fare in ma­nie­ra com­ple­ta”. Dal we­bi­nar è emer­so che “Tran­si­zio­ne 5.0 è per le an­nua­li­tà 2024-2025, ci sono a di­spo­si­zio­ne 6,3 mi­liar­di di euro, l'a­li­quo­ta mas­si­ma del cre­di­to di im­po­sta è del 45% e il tet­to dei co­sti am­mis­si­bi­li è fis­sa­to a 50 mi­lio­ni”. Con­fin­du­stria è sta­ta im­pe­gna­ta in un lun­go e co­stan­te con­fron­to con i mi­ni­ste­ri per de­fi­ni­re il pe­ri­me­tro del­la mi­su­ra: “i tem­pi sono cru­cia­li e - ha ri­ba­di­to No­ci­vel­li - è im­por­tan­tis­si­mo ave­re quan­to pri­ma la cir­co­la­re ope­ra­ti­va. Ci aspet­tia­mo che an­che i re­gi­stri del­l'E­nea ar­ri­vi­no ve­lo­ce­men­te per­ché le im­pre­se han­no bi­so­gno di sa­pe­re cosa pos­so­no or­di­na­re. Non ab­bia­mo mol­to tem­po da­van­ti, dob­bia­mo es­se­re ef­fi­ca­ci. È im­por­tan­te aver chia­rez­za su quan­to chie­de­re e cer­ca­re di tra­guar­da­re mi­su­re an­co­ra più strut­tu­ra­li per­ché l'in­ve­sti­men­to nel­l'am­mo­der­na­men­to del­l'im­pre­sa e la spin­ta ad in­no­va­re ci per­met­te di di­ven­ta­re gran­di espor­ta­to­ri. L'ab­bia­mo di­mo­stra­to ne­gli ul­ti­mi anni, au­men­tan­do la no­stra quo­ta di ex­port in ma­nie­ra mol­to si­gni­fi­ca­ti­va”. 


REGINA AL SOLE24ORE: SI’ ALLA DECARBONIZZAZIONE, MA SENZA PREGIUDICARE LA COMPETITIVITÀ DELLE IMPRESE  


 Il via libera del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica al Decreto Energy Release “è fondamentale per il sistema produttivo italiano, è un tassello importante nel percorso di decarbonizzazione ed è frutto di un lavoro sinergico col Ministero dell’Ambiente e col Gse”. Così Aurelio Regina, Delegato del Presidente di Confindustria per l’Energia, in un’intervista al Sole24Ore. Inoltre, “è necessario un mercato unico Ue dell’energia, con un prezzo unico per le imprese per evitare la concorrenza tra gli Stati membri”. Altrettanto necessario, in tema di decarbonizzazione, è un mix energetico, per dare stabilità e sicurezza ai prezzi e all’approvvigionamento. Secondo Regina, l’industria italiana è convinta della necessità di perseguire obiettivi ambiziosi in campo ambientale ma bisogna farlo nei tempi e nei modi corretti. Sul Clean Industrial Deal, il Delegato ha evidenziato che si tratta di un target molto sfidante. Bisogna capire come si concretizzerà senza perdere capacità competitiva. Inoltre, serviranno molte risorse e le imprese, così come gli Stati membri, non possono essere lasciati soli. “Le politiche energetiche – ha detto Regina - dovrebbero basarsi su tre pilastri: la competitività; la sicurezza e la decarbonizzazione. Elementi che vanno tenuti insieme, agendo in modo coerente e coordinato sia in Italia che in Ue, altrimenti si creano squilibri di competitività tra i singoli Stati, come nel caso del prezzo dell’energia elettrica”. Sull’impatto dell’Energy Release, Regina ha sottolineato che si velocizzeranno “gli investimenti in autoproduzione di energia rinnovabile nei settori energivori, fortemente esposti alla competizione internazionale”. Altra misura fondamentale è il Gas Release poiché molte imprese utilizzano il gas. In questo quadro, resta l’urgenza, “di una revisione del sistema ETS che da incentivo si è trasformato in una tassa. Inoltre – ha continuato Regina -, esistono disparità tra paesi sul modo in cui vengono redistribuite le risorse di compensazione. Serve una gestione Ue dei proventi delle aste dei certificati della CO2 per compensare le imprese”. Poi, “va rivista la direttiva Cibam che, per come congegnata, rende più conveniente importare prodotti extra-UE che produrre in Europa. Ci aspettiamo che il nuovo corso istituzionale Ue agisca in questa direzione”.


ONLINE IL NUOVO NUMERO DELLA RIVISTA DI POLITICA ECONOMICA “LA SALUTE DEI SISTEMI SANITARI. EVOLUZIONI E PROSPETTIVE FUTURE”


“Recenti indagini dell’Eurobarometro mostrano come, nel 2024, la salute sia la seconda priorità per i cittadini europei – ha sottolineato il direttore Stefano Manzocchi nell’introduzione all’ultimo numero della Rivista di Politica Economia pubblicato sul sito di Confindustria. “La salute è addirittura la principale questione di politica economica in un gruppo relativamente ampio di paesi, quali Francia, Grecia, Irlanda, Italia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Portogallo e Ungheria. Eppure, solo pochi anni prima, nel 2019, i temi della salute (e della sanità) erano esclusi dalle prime dieci questioni prioritarie per la politica economica, se non per un vago legame con la sicurezza dei cibi e la necessità di proteggere i consumatori. La pandemia da Covid-19, affacciatasi a Wuhan in Cina alla fine del 2019, ha ribaltato completamente la prospettiva, ha cambiato l’ottica con la quale guardare alla sanità: dalla sanità solo come ‘costo sul quale risparmiare’ alla sanità anche come ‘investimento sociale’”. Secondo Manzocchi “questo numero della Rivista di Politica Economica prova a fare chiarezza su alcune delle tante questioni da affrontare per un dibattito serio sul tema della sanità; e prova a farlo in modo oggettivo a partire dai numeri e dalle evidenze che oggi abbiamo sul settore. Due sono tuttora le questioni che animano il dibattito attuale”. La prima concerne il volume di risorse destinato al settore. La seconda il regionalismo, in particolare il progetto di aumentare gli spazi e le forme di autonomia previsto dall’articolo 116 della Costituzione sotto il cappello del ‘federalismo asimmetrico’ o ‘differenziato’. “Nella prima parte del volume dedicata all’evoluzione del settore e alle grandi questioni organizzative - ha spiegato il direttore della Rivista - si affrontano i temi della spesa sanitaria, della governance e delle due grandi componenti di un sistema sanitario nella produzione di servizi, il comparto ospedaliero e quello dei servizi territoriali. Nella seconda parte, presentiamo una serie di approfondimenti sulle prospettive dei sistemi sanitari, in relazione all’evoluzione demografica, delle competenze e dei mercati”. 



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