I temi della settimana
INDUSTRIA 5.0, ORSINI: LEVA IMPORTANTE PER RIMETTERE AL CENTRO CRESCITA E INVESTIMENTI. BENE DIALOGO CON GOVERNO “Abbiamo iniziato una interlocuzione positiva". Così il Presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, al termine dell'incontro al Mimit con il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Molti i temi affrontati durante l’incontro. Entro giugno verrà attuato il piano Transizione 5.0 finanziato con 6,3 miliardi del Pnrr e il Ministro Urso ha confermato che il decreto attuativo è in fase di trasmissione agli altri ministeri interessati. “Il dialogo è stato positivo al fine di rimettere l'industria al centro del Paese. E Confindustria vuole essere nel dibattito e portare le istanze delle proprie imprese”, ha detto il Presidente che al suo primo incontro con il Governo ha incassato l’impegno del Ministro per le imprese e per il Made in Italy a mettere a terra i decreti attuativi entro la fine di giugno. “Abbiamo parlato di priorità per l'industria e per il Paese: Industria 5.0 è una leva importante per rimettere al centro crescita e investimenti, nucleare, micro centrali, materie prime e anche automotive, che è un pezzo di industria fondamentale e va salvaguardato” ha proseguito Orsini. “Ci auguriamo che Stellantis mantenga il patto di produrre un milione di auto in Italia. E siamo contenti se dovesse arrivare un secondo produttore, l'importante è mantenere la produzione in Italia, perché l'automotive è una filiera importantissima, è eccezionale e questo viene riconosciuto in tutto il mondo. Al tavolo al Mimit Orsini ha poi allargato il raggio anche ai contenuti della prossima legge di bilancio, ribadendo la necessità di confermare il taglio al cuneo fiscale: “lo abbiamo chiesto, per noi è uno dei capitoli centrali, dare capacità di spesa ai lavoratori è fondamentale in questo momento”. Il presidente intervenendo all’assemblea di Confindustria Cuneo, è tornato anche sul capitolo immigrazione: “abbiamo necessità di lavoratori stranieri, sappiamo quanti profili mancano al mondo del lavoro. Per pensare le nuove contrattazioni del lavoro in coerenza con le nuove tecnologie e la rivoluzione industriale serviranno politiche di welfare, prima di tutto un piano casa con affitti contenuti. Mentre chiudendo il Festival dell’Economia di Trento, aveva sintetizzato, i quattro "capitoli centrali" per l'industria: da un fermo no, in vista del voto per le europee, ad una "politica anti-industriale in Europa", al fronte dell'energia, come tema di competitività e di sicurezza nazionale.Occorre il nucleare, sicuro, di ultima generazione. “Sosteniamo il mix energetico, ma abbiamo bisogno di aumentare l'indipendenza energetica del paese. In Europa – ha ribadito il Presidente - serve un mercato unico dell'energia, e attuare l'energy release e il gas release”. Infine , Orsini ha riaffermato la sua netta contrarietà alle norme retroattive, ribadendo la centralità "della certezza del diritto: gli imprenditori hanno bisogno di chiare regole del gioco".
CAPITALE UMANO, ORSINI: MANCA PERSONALE, IMPRESE PRONTE A FARE MAPPATURA
“Il capitale umano è una sfida importantissima. Oggi mancano le persone. In modo responsabile potremmo fare una mappatura di cosa occorre al sistema imprenditoriale nei prossimi 5 anni e così si potrebbe orientare la didattica per formare le persone in base alla necessità delle nostre industrie”. Così Emanuele Orsini, Presidente di Confindustria, in occasione dell'Assemblea di Confindustria Piacenza e dell’Assemblea di Confindustria Alto Adige. “Il capitale umano manca, anche in visione delle nuove tecnologie che arriveranno come l'Intelligenza Artificiale”, ha sottolineato Orsini anche al termine della relazione annuale di Bankitalia. Sull’AI mettere l'accento sui rischi “mette in difficoltà le nostre start up e le nostre Pmi. Dobbiamo sostenerla, altrimenti perderemo competitività rispetto a Usa e Cina”, ha detto Orsini alle assemblee di Confindustria Piacenza e di Confindustria Alto Adige. E ricordando il gap che esiste tra le richieste delle imprese e la mancanza di disponibilità di lavoratori, che vale 38mld di euro: “Una strada - secondo Orsini - potrebbe essere far restare in azienda chi sta uscendo per il pensionamento, in modo volontario, affinché possa formare i giovani: diventeremmo il più grande Its d'Europa”. Citando, poi, i dati Unioncamere, ha sottolineato che: “tra il 2024 e il 2028 serviranno 3,2mln e 3,6mln di nuovi occupati, tra sostituti di chi va in pensione e lavoro aggiuntivo, nella manifattura il fabbisogno sarà tra le 660mila e 800mila unità”. Le priorità, quindi, sono lavoro e investimenti, a partire dell'attuazione di Industria 5.0. Vanno rilanciati anche i contratti di sviluppo, soprattutto per le nuove produzioni, tema affrontato con il Ministro Urso e che Orsini ha trattato alle assemblee di Confindustria Piacenza e Confindustria Alto Adige, perché, per il Presidente “sostenere la produzione del Paese vuol dire sostenere la seconda manifattura d’Europa e generare consumi".
DI STEFANO AL SOLE24ORE: INDUSTRIA E CRESCITA SIANO LE PRIORITA’ DELLA NUOVA UE. AL CENTRO DEL CONVEGNO DI RAPALLO I TEMI DELLE ELEZIONI
“Una responsabilità doppia: per i cittadini, che devono percepirne l’importanza in questo momento, e per i nostri rappresentanti politici, che dovranno imprimere un cambiamento di rotta a Bruxelles”. Così Riccardo Di Stefano, VP Confindustria e Presidente G.I. di Confindustria, in un’intervista al Sole24Ore sottolineando, in vista delle elezioni Ue, la scelta di dedicare il 53° convegno di Rapallo alle prospettive dell’Europa e alla sua collocazione negli scenari globali. “L’industria va messa al centro delle politiche Ue, c’è in gioco la competitività dell’Unione dell’Italia e quindi la crescita. Bisogna riflettere sui valori europei, sull’efficacia del processo decisionale, sulla libertà”. Per Di Stefano, “vanno ripensati i Trattati. Per esempio, il voto all’unanimità blocca i cambiamenti. Quindi – ha aggiunto il presidente dei Giovani -, presenteremo alla politica le nostre riflessioni, faremo presenti le ragioni dell’industria. Senza industria non c’è benessere, ricchezza e welfare. Ma per crescere dobbiamo essere competitivi”. Sulle grandi sfide tecnologiche Di Stefano ha aggiunto che “la Ue in questi anni ha avuto un atteggiamento, in particolare sull’ambiente, ideologico e antindustriale. Anche sull’AI non ha creato un contesto favorevole alla crescita di questa tecnologia. Dobbiamo recuperare”. Inoltre, secondo Di Stefano, serve “rompere gli indugi sul nucleare di ultima generazione e puntare a un mix energetico che sia di sostegno alle imprese. Serve un Fondo Ue per le transizioni, green e digitale”. Infine, su Industria 5.0 Di Stefano ha ribadito che è attesa da mesi perché “è il più importante strumento di incentivo agli investimenti di cui c’è estremo bisogno per essere più competitivi. Quello che serve è rilanciare, in Italia e in Europa, la politica industriale per la crescita del paese e della Ue”.
REGINA IN AUDIZIONE SU DL AGRICOLTURA: DA LIMITAZIONE ALL’USO DEL SUOLO IMPATTO NEGATIVO SU RINNOVABILI E DECARBONIZZAZIONE
La norma che prevede limitazioni all’uso del suolo agricolo per l’installazione di pannelli fotovoltaici a terra “rischia di impattare negativamente sulla produzione di energia rinnovabile necessaria a soddisfare gli obiettivi di decarbonizzazione competitiva delle imprese industriali”. Così Aurelio Regina, Delegato Confindustria per l'Energia, in audizione in Commissione Industria del Senato sul Dl agricoltura. “In questo contesto proponiamo di modificare il decreto e di prevedere un’ulteriore eccezione a fianco di quelle già previste, stabilendo che la norma di limitazione all’uso del suolo agricolo per l’installazione di impianti fotovoltaici a terra non si applichi ai progetti finalizzati all’autoproduzione di energia rinnovabile, anche a distanza, da parte delle imprese industriali o da soggetti terzi con cui le stesse sottoscrivono contratti di approvvigionamento a termine. Un’attenzione particolare va inoltre riservata ai settori energy intensive dell’industria, che sono alla base del sistema manifatturiero e che dovranno raggiungere entro il 2030 un target di riduzione delle emissioni del 62% rispetto al 2005. Per questo riteniamo che le aree dei siti oggetto di bonifica dovrebbero essere offerte in concessione per l’attuazione della misura c.d. energy release. Infine, l’articolo 6 del DL è dedicato alla peste suina africana (PSA). Le misure introdotte dal DL appaiono senz’altro utili, ma andrebbero rafforzate, affidando al Commissario poteri straordinari”, ha detto Regina.
RTT INDEX E INDAGINE RAPIDA, CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA: CRESCE IL FATTURATO DI APRILE. BENE LA PRODUZIONE INDUSTRIALE
“Un mese di aprile in miglioramento: il fatturato delle imprese, a prezzi costanti, si prospetta con un aumento del 5,7%, che recupera il -4,8% subito a marzo e che fa salire di +0,6 il valore di aprile rispetto a quello di febbraio”. Questo è quanto risulta in base all'RTT Index - Real Time Turnover Index - creato da TeamSystem e Confindustria, basato sui dati di fatturazione elettronica delle imprese nel mese di maggio. Secondo il CSC, “il rimbalzo di aprile è diffuso in tutti i settori dell'economia, più ampio nei servizi, +7,6%, dove però era stata maggiore la flessione di marzo, rispetto all'industria, che ha segnato +5% e alle costruzioni, che tornano in positivo, +3,9, dopo i cali molto marcati dei primi tre mesi del 2024, legati alla scadenza degli incentivi. Il rimbalzo è concentrato nel Nord-Ovest, +11,6%, dove comunque la flessione di marzo era stata più profonda (-84%) e tra le grandi imprese, con +17,6%, dato che compensa l'ampio calo registrato a marzo. Anche per le piccole imprese e per le medie si registra un recupero, +8,2% e +5,3%, dopo la flessione del mese precedente. Il rimbalzo è stato ampio anche al Centro, +8,5%, mentre nel Nord-Est e al Sud è stato di +4,0% e di +2,7 %. Complessivamente dall'RTT emerge che il 2° trim. del 2024 è iniziato in miglioramento per l'economia italiana. Una tendenza che viene confermata anche nell'indagine rapida sulla produzione industriale delle grandi imprese, pubblicata dal CSC: a maggio il 45,0% del campione prevede un aumento della produzione rispetto al mese scorso (era il 17,3% nel mese precedente). Solo il 6,2% ipotizza un calo (era il 33,3% ad aprile), mentre il restante 48,8% non si aspetta variazioni significative. “Questi dati – ha affermato la nota – evidenziano un sentiment in miglioramento rispetto ad aprile. Per la prima volta, inoltre, da ottobre 2023 la quota di imprese che percepisce un miglioramento delle condizioni finanziarie supera quella che le ritiene negative raggiungendo un saldo dello 0,7%”.
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