I temi della settimana
EX ILVA, BONOMI IN AUDIZIONE: ACCIAIO STRATEGICO PER L’INDUSTRIA, SERVE PIANO DI POLITICA INDUSTRIALE DECRETI APPREZZABILI MA MIGLIORABILI
“Poter disporre dell'acciaio di Ilva è strategico”, se l'Italia vuol tornare a produrre un milione di auto all'anno. L'alternativa è importare - ha detto il presidente di Confindustria Carlo Bonomi in audizione in Senato sui decreti ex Ilva. “I principali paesi esportatori sono Taiwan, Cina e India, sarebbe curioso mandare via gli indiani e poi ricomperare acciaio da loro”, fermo restando che l'acciaio prodotto a Taranto arriva in 30-40 giorni, e da altri paesi in 3-4 mesi. “Taranto - ha aggiunto Bonomi - è fondamentale perché da lì parte tutta una filiera centrale per la manifattura italiana. Senza acciaio non c'è manifattura. Siamo la seconda manifattura in Europa, se perdessimo l'acciaio, con tutto quello che sta accadendo a livello geopolitico, potremmo mantenere questa posizione?”. E quindi “occorre un sì convinto della politica e del governo per un preciso piano industriale del Paese” – ha osservato il Presidente di Confindustria. “Diamo atto al Governo di aver ereditato questa situazione, oggi serve un piano di politica industriale e il dibattito non può rimanere ancorato a se attivare e come gestire una procedura concorsuale”. Confindustria continua a preferire soluzioni di mercato, ma non è pregiudizialmente contraria ad un ingresso temporaneo dello Stato, “che sia ponte verso soggetti idonei e competenti”. Infine sui decreti oggetto dell’Audizione, Bonomi ha aggiunto: “sono migliorabili, ma apprezzabili, nel complesso sono andati nella giusta direzione". Ma ci sono alcuni aspetti importanti su cui intervenire “ed evitare gli errori del passato. Il filo rosso che li lega è l'incertezza, dovuta al tema della prededuzione. Come evidenzia l’esperienza della precedente amministrazione straordinaria, è uno strumento che presenta alcune incognite, legate anzitutto all’effettiva consistenza dell’attivo residuo, nonché all’interpretazione che ne daranno prima i commissari e poi la magistratura".
DUE DILIGENCE SOSTENIBILITÀ, PAN: IL GOVERNO SI ASTENGA, INDUSTRIA EUROPEA A RISCHIO
“Confidiamo nell'astensione del governo italiano quando si dovrà votare la direttiva Ue sulla due diligence di sostenibilità delle imprese, Csddd. La Germania ha già annunciato l'astensione, così altri Paesi come Austria e Finlandia. II voto italiano sarà decisivo”. Così Stefan Pan, delegato di Confindustria per l'Europa, ha lanciato l'allarme sugli effetti che avrà l'approvazione di questa norma europea che impone alle imprese di controllare la tutela dei diritti umani e ambientali lungo l'intera catena di fornitura e che sarà in esame oggi al Consiglio Competitività dell'Unione europea. “L'impatto di regolamentazione e di costi mette a rischio la competitività dell'industria italiana, con conseguenti ripercussioni sulla tenuta sociale, non solo in Italia, ma in tutta l'Europa”. La battaglia parte da lontano, “da subito abbiamo evidenziato le criticità di questa direttiva” ha detto Pan ricordando che a dicembre le organizzazioni delle imprese italiane, tedesche e francesi, Confindustria, Bdi, Bda e Medef, hanno inviato ai rispettivi governi una lettera congiunta per mettere nero su bianco i rischi legati alla direttiva e le grandi preoccupazioni del mondo imprenditoriale. “C'è stato un dibattito a livello europeo e noi abbiamo partecipato ai lavori. Ma il testo è ancora molto lontano da come dovrebbe essere. Per questo bisogna guadagnare tempo, approfondire e lavorare ancora. Si corre su ciò che non serve e stiamo fermi dove invece è necessario fare presto”, ha sottolineato Pan. Dall'ambito della direttiva, ha spiegato al Sole24Ore, “sono state esentate le imprese che fanno attività finanziaria. Ma resta duramente colpita la manifattura, che è il cuore dell'Europa. Le imprese, in particolare le più piccole, non possono reggere l'impatto dei costi e della burocrazia”. Secondo Pan, i principi da cui parte la direttiva sono condivisibili: “Sostenibilità, rispetto dell'ambiente e dei diritti umani. Valori che rispettiamo. Ma il testo è stato messo a punto senza ascoltare gli addetti ai lavori, con un approccio ideologico”, penalizzando “le aziende italiane ed europee e aprendo in questo modo le porte alla Cina e a operatori che non condividono i nostri valori”.
AFRICA, LANGELLA: SISTEMA ITALIA FAVORISCA OPERATIVITÀ DELLE PMI
“Adeguare gli strumenti finora utilizzati dal nostro Paese per riuscire ad intensificare i rapporti tra l'Italia e l'Africa è una necessità che deriva dall'accresciuta competizione geopolitica sul continente africano, con l'ingresso di nuovi attori e il rafforzamento delle posizioni di altri già presenti”. Così il Direttore Generale di Confindustria, Raffaele Langella, in audizione presso la Commissione Affari esteri della Camera sulla collaborazione tra l'Italia e gli Stati del continente africano. “Attraverso il coordinamento pubblico-privato è necessario favorire l'operatività delle imprese italiane, soprattutto le Pmi, in Africa, anche in considerazione del passaggio chiave relativo alla costituzione di una grande area di libero scambio continentale”, ha detto Langella. Sul Piano Mattei, Confindustria apprezza l'iniziativa del governo "un modello innovativo che rilancia la collaborazione con i Paesi del continente africano e il rafforzamento dei partenariati industriali stabili e di lungo periodo. La crescente volontà politica di vedere nell'Africa un partner economico deve farsi azione nel sostenere le medie imprese italiane incuriosite dal continente. È necessario mettere a punto un sistema Italia, cioè banche, Cdp, Simest, Sace, in grado di facilitare l'arrivo in Africa di più realtà italiane di medie industrie che potrebbero trascinare molte Pmi sia per l'esportazione di macchinari, impianti, ma anche per il trasferimento di know how e formazione di manodopera locale”. Per Langella “un ruolo di primo piano deve essere individuato nella definizione di accordi governativi con i Paesi ritenuti strategici e che presentano le maggiori opportunità, verso i quali indirizzare la realizzazione di progetti di investimento industriale per le componenti di formazione, capacity building, e assistenza tecnica. Confindustria è pronta a fornire i contributi per individuare i progetti che i nostri imprenditori hanno già in pipeline verso il Continente, per indirizzarli sempre di più ad investire in Africa”.
Commentaires